Non c’erano in ballo solo l’incremento sostanziale della quantità d’oro detenuta dalla Banca Nazionale Svizzera e il rientro dall’estero delle riserve auree, ma anche l’abolizione dei forfait fiscali per i super ricchi residenti nel paese e un nuovo limite (al ribasso) del tasso di immigrazione annuale ammesso. Su tutti e tre i quesiti referendari i cittadini elvetici hanno votato no, e lo hanno fatto a larga maggioranza mandando in fumo gli sforzi dei comitati promotori che, nei mesi scorsi, si erano adoperati affinché la consultazione di domenica 30 novembre imprimesse alla Svizzera un vero e proprio cambio di passo su questioni di grande delicatezza e, pertanto, sempre al centro dell’attenzione.
Questi i risultati complessivi sui 26 cantoni della Confederazione: il no al nuovi limiti all'immigrazione si è attestato al 74,1%, il no all'abolizione dei forfait fiscali è al 59,2% e quello sull’incremento e il rimpatrio delle riserve auree addirittura al 77,2%. Dalle urne escono rafforzate le posizioni del governo di Berna e della maggioranza parlamentare, in particolare sulla questione del metallo prezioso che, nei giorni precedenti il referendum, aveva suscitato un vero e proprio vespaio di commenti e previsioni sulla stampa specializzata. C’è stato infatti chi, come Mark O’Byrne su “GoldEagle” leggi qui l’articolo) ( ipotizzava già, sulla base di una vittoria dei sì, “la prima corsa all’oro del 21° secolo” e chi, dallo stesso portale, parlava di “golden opportynity for Switzerland” (Thorsten Polleit, leggi qui l’articolo) prevedendo un forte sostegno alla quotazioni del metallo prezioso – per un periodo di alcuni anni – proprio a causa degli acquisti forzosi che la Banca Nazionale Svizzera avrebbe dovuto intraprendere sui mercati internazionali.
Da notare come in ogni caso, tra il 2007 e oggi, a causa della rivalutazione del franco svizzero nei confronti dell’euro – con un tasso di cambio passato da circa 1,65 a 1,20 – e dell’andamento della quotazione del metallo prezioso nello stesso periodo, il valore nominale delle riserva auree elvetiche detenute all’estero sia aumentato all’incirca del 50%, passando da 1,15 a 1,65 miliardi di franchi. Per altri dettagli sui referendum elvetici del 30 novembre vedi l’articolo online de “IlSole24Ore”(leggi qui)