Il portale “BullionStar” riporta, a firma dell’attivissimo analista specializzato Koos Jansen, un approfondimento e una riflessione sulle ultime cifre che la Bank of England ha diramato pubblicamente in merito alle riserve auree nazionali, estere e private custodite nei propri caveau della City londinese.

Riserve auree: il forziere londinese “fa acqua”?

E' ben noto, infatti, che Londra rappresenta per il Regno Unito e l'Europa è fatte le dovute proporzioni è ciò che Fort Knox è per gli Stati Uniti, ossia un 'forziere' al quale non soltanto la nazione ospitante, ma anche numerosi paesi esteri, banche centrali e grandi investitori affidano in custodia, in grandi quantità, il proprio metallo prezioso.

Un forziere, quello londinese, che tuttavia - a quanto pare - non suscita più la fiducia di un tempo tanto che dall'ultimo report della Bank of England emerge come, alla data del 28 febbraio 2015, è risultato un saldo negativo nel metallo prezioso depositato pari a -351 tonnellate rispetto alla stessa data del 2014 corrispondente ad un ridimensionamento, anno su anno, del 6% circa e che riporta il quantitativo depositato ai livelli di due-tre anni fa.

Le 5.134 tonnellate ancora ufficialmente stoccate presso la Bank of England, il cui controvalore era stimato alla data del rapporto in 130 miliardi di sterline circa, rivelano inoltre, come quelle di Fort Knox, più di un'ombra dal momento che, innanzi tutto, non vi è totale chiarezza sulle quantità di metallo prezioso pertinente a riserve auree nazionali straniere (si suppone, circa 2.000 tonnellate) nè sulla parte affidata ai caveau dalla London Bullion Market Association. Sull'argomento Koos Jansen annuncia presto ulteriori approfondimenti (leggi qui l'articolo completo).

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