Ogni trimestre, il World Gold Council stila la classifica delle riserve auree detenute, nel mondo, da stati sovrani e dalle istituzioni bancarie sovranazionali (ad esempio, il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Centrale Europea).
I dati appena diramati confermano in vetta gli Stati Uniti con 8.133,5 tonnellate, seguiti a distanza dalla Germania con 3.384,2 e dall'F.M.I. con 2.814,0 tonnellate di metallo prezioso. Ai piedi del podio l'Italia, con le sue 2.451,8 tonnellate d'oro e poco al di sotto la Francia, con 2.435,4 tonnellate.
Sopra quota mille si collocano, inoltre, tre soli paesi: sono la Russia, la Cina e la Svizzera, rispettivamente con 1.207,7 1.054,1 e 1.040,0 tonnellate di riserve nazionali ufficiali. La B.C.E. è invece tredicesima in classifica, con riserve complessive per 504,8 tonnellate di metallo prezioso conferite, peraltro, dai paesi membri dell'Eurozona nel 1999, al debutto ufficiale della moneta unica europea (l'Italia ha contribuito con ben 141 tonnellate).
Interessante, nel documento diramato il 10 aprile dal W.G.C. (accedi qui al documento completo), anche l'analisi della percentuale delle riserve immobilizzate in oro dai singoli paesi rispetto al totale delle riserve strategiche. Scopriamo così che gli Stati Uniti d'America hanno ancora, sotto forma di metallo prezioso, ben il 73,6% delle proprie riserve nazionali, la Germania il 67,9% e l'Italia il 67,0%. Le riserve ufficiali del nostro Paese, poste sotto il controllo della Banca d'Italia, oltre che in metallo prezioso sono detenute principalmente sotto forma di titoli in dollari statunitensi, yen giapponesi, sterline britanniche. Da notare infine come Pechino - almeno, stando ai dati ufficiali - detenga, sotto forma di oro fisico, appena l'1,1% delle proprie riserve di valore nazionali.