Dagli ultimi aggiornamenti sulle riserve nazionali di metallo prezioso emergono su fronti opposti, a livello globale, due paesi: la Russia e la Cina. Per quanto riguarda Mosca, la banca centrale ha continuato ad aumentare le proprie riserve d'oro anche nel mese di febbraio, sebbene ad un ritmo più lento di quello di gennaio o di novembre dello scorso anno (a dicembre 2016 non vi erano stati acquisti).
La Russia ha dichiarato di aver aggiunto 300.000 once d'oro (pari a 9,33 tonnellate metriche) ai propri stock durante il mese di febbraio, portando la sua riserva totale a circa 1.654 tonnellate, mantenendola al sesto posto tra i titolari di oro nazionali dietro la Cina, che possiede riserve d'oro di 1.842,6 tonnellate.
Secondo alcuni analisti, tra cui Laurie Williams (leggi qui il commento completo), le riserve auree russe entro quest'anno potrebbero addirittura eguagliare o superare lo stock di metallo prezioso dichiarato ufficialmente dalla Repubblica Popolare Cinese. Varie fonti ipotizzano infatti che la Russia intenda aggiungere almeno 200 ulteriori tonnellate entro quest'anno.
Per parte sua, invece, la People's Bank of China (PBoC) ha ribadito anche per il mese di marzo di non aver effettuato nessun nuovo acquisto di barre o monete bullion (è il quinto mese consecutivo). A nostro parere il silenzio cinese - sostiene Williams in un altro approfondimento, leggi qui - è quasi certamente uno specchietto per le allodole, fumo negli occhi. Non dimentichiamo che, in passato, gli aggiornamenti sull'oro di Pechino arrivavano addirittura ad intervalli di cinque o sei anni, fino a quando la Cina non ha iniziato a pubblicare le sue integrazioni mensili appena venti mesi fa.
Potrebbe darsi che la superpotenza asiatica, ancora una volta, sia ritornata al suo vecchio sistema di non segnalare gli incrementi della riserva d'oro fino a quando non vi sia una ragione di utilità politica per farlo. Ufficialmente le riserve auree ufficiali della PBoC come riportato dal Fondo Monetario Internazionale, si attestano ad un totale di 1,842.6 tonnellate. Un certo numero di osservatori ritengono tuttavia che, in realtà, Pechino possieda due o tre volte quel quantitativo, o anche di più e che il dato reale sarà diramato dal governo cinese sono quando supererà quello delle riserve ufficiali degli Stati Uniti, pari a 8,133.5 tonnellate.
Negli USA, l'oro costituisce il 74% delle riserve valutarie del paese, mentre il dato cinese è solo circa il 2% delle sue riserve.èNella seconda metà del 2015, la Cina ha aggiunto alle propri riserve metallo prezioso per un totale di 89,9 tonnellate e nei primi dieci mesi del 2016 ulteriori 75,3 tonnellate, anche se le aggiunte mensili riportate sono in calo di nuovo da gennaio. Considerata la produzione mineraria cinese di circa 460 tonnellate annue, infine, Pechino potrebbe approvvigionarsi entro i propri confini di almeno 400 tonnellate di metallo prezioso all'anno senza impatto sulle proprie dotazioni di liquidità.