Neppure la recente crisi valutaria e l’isolamento economico internazionale della Federazione Russa sono riuscite ad affievolire l’appetito di Mosca per il metallo prezioso.
Nonostante i 'rumors' che volevano la superpotenza euroasiatica in procinto di mettere sul mercato parte delle proprie riserve, infatti, il mese di novembre (ultimi dati disponibili) ha visto l'acquisto di ulteriori 18 tonnellate d'oro che collocano la Russia poco sotto quota 1200 tonnellate (per l'esattezza 1188, al 1° dicembre), in un percorso di costante accrescimento iniziato nel 2007 e che sembra ben lungi dal vedere la fine. Secondo il governo russo, infatti, uno degli obiettivi economico-monetari da perseguire con sempre maggior forza è quello di supportare il rublo con riserve consistenti di metallo prezioso, nell'ottica di indebolire è al tempo stesso - il ruolo internazionale del dollaro americano come valuta di riferimento. Anche in una recente conferenza stampa, il presidente Vladimir Putin ha del resto dichiarato, a proposito del ruolo della Banca Centrale di Mosca: ''They should not hand out our gold and foreign currency reserves or burn them on the market, but provide lending resources''. Altri dettagli nell'articolo a firma di Koos Jansen pubblicato a questo indirizzo.