E’ tornato d’attualità, negli Stati Uniti, il dibattito sull’esistenza di un possibile, enorme giacimento aurifero che si troverebbe in California, nella zona delle Chocolate Mountains, e che il governo federale starebbe tenendo accuratamente nascosto all’opinione pubblica. A scriverlo sono gli analisti di SRSrocco nelle pagine di “GoldEagle” (accedi qui al testo completo).

SONO LE CHOCOLATE MOUNTAINS IL NUOVO ELDORADO?

In particolare, ad insospettire i cospirazionisti sarebbe stato il Desert Wilderness Protection Act, un provvedimento con il quale nel 1994 il Congresso degli Stati Uniti decretò l'isolamento - ufficialmente, a fini ambientalistici e di conservazione del patrimonio naturale - di una vasta zona della California. In relazione alla stessa zona, in quegli anni vengono compiute operazioni immobiliari come il passaggio di alcune basi militari dismesse, e dei relativi terreni, ad imprenditori privati.

Ebbene, secondo gli estensori dell'articolo - che si rifanno anche ad una serie di “soffiate“ ricevute da non meglio precisate fonti - nello scambio di terreni fra pubblico e privato la compagnia Catellus Corp. avrebbe acquisito anche una base che, all'insaputa dell'opinione pubblica, sarebbe secondo i geologi la più ricca al mondo di metallo prezioso.

C'è chi sostiene che le Chocolate Mountais custodiscano la zona di oro più ricca del mondo, che si stimava valere tra 40 e 100 miliardi di dollari “con depositi d'oro superficiali che potrebbero essere più redditizi dei migliori giacimenti di profondità mai scoperti in Sud Africa“.

Facciamo ora due conti per stimare quanto oro pubblico americano sarebbe stato alienato ai privati in maniera fraudolenta. Scrivono gli analisti di SRSrocco: “Se assumiamo una media di 80 miliardi di dollari in oro per questo giacimento nascosto si può calcolare che il sito contenga 200 milioni di once di fino, ossia 6.220 tonnellate“. I conteggi si riferiscono ai prezzi di metà anni 90, ossia ad un fixing medio di 400 dollari per oncia d'oro.

Per avere un'idea del quantitativo in gioco si pensi che, dal 1978 ad oggi, tutte le miniere situate nello Stato del Nevada hanno prodotto 206 milioni di once d'oro, con la maggior parte del metallo prezioso proveniente da soli tre giacimenti minerari: Goldstrike, Cortez e Carlin Mine Operations. Quello di Chocolate Mountain, dunque, sarebbe un sito molto importante ma restano da verificare sia l'effettiva presenza dei giacimenti sia l'economicità del loro sfruttamento.

L'articolo prosegue con una serie di considerazioni sia sul costo di estrazione che sull'effettivo potenziale del presunto sito, che confinerebbe con una miniera già operativa (Mesquite, di proprietà di NewGold) nella quale, tuttavia, la produttività è oscillata, negli ultimi anni, tra 0,29 e 0,38 grammi d'oro per tonnellata di minerale. Un livello non certo elevato, se paragonato ad esempio ai livelli di produttività delle miniere del Nevada gestite dalla Barrick e nelle quali si passa dagli 1,74-2,73 grammi/tonnellata a cielo aperto ai 2-62-3,50 in sotterranea.

“Se osserviamo i dati in modo logico - prosegue l'articolo - la miniera di Mesquite è al massimo un produttore di oro scadente. Quindi, la teoria del 'grande giacimento nascosto' sembra essere più aria che fatti concreti. Certo, potrebbe esserci un po' di oro nascosto nella Chocolate Mountain, ma è probabile che sia molto costoso estrarlo e avrebbe bisogno di una enorme quantità di capitale per dare il via ad una operazione mineraria abbastanza estesa da estrarre 1-2 milioni di once all'anno.èE, anche se ciò si verificasse, ci vorrebbe mezzo secolo per estrarre i cento milioni di once dei quali i cospirazionisti favoleggiano“.

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