Le esportazioni svizzere d’oro sono scese del 9% in settembre, rispetto ad agosto, attestandosi a 149 tonnellate metriche che rappresentano il dato più basso da sei mesi a questa parte. A certificarlo sono le autorità doganali elvetiche che sottolineano come, tuttavia, il dato sia superiore del 5% rispetto alle 141 tonnellate registrati in uscita dal paese nel mese di settembre dello scorso anno.

Svizzera: esportazioni d'oro in calo nel mese di settembre

I dati sono significativi dal momento che la Confederazione Elvetica è il più importante raffinatore ed esportatore di oro del mondo, con esportazioni totali che si attestano quest'anno - per ora - a 1.349 tonnellate metriche di metallo prezioso, in crescita del 4% rispetto alle 1.302 tonnellate del corrispondente periodo del 2015. Il Regno Unito continua ad essere la destinazione prevalente per l'oro proveniente dalla Svizzera con 52 tonnellate nel mese di settembre, anche se questo dato è del 38% inferiore a quello delle esportazioni del mese di agosto e rappresenta il volume più basso dal mese di marzo.

Il flussi verso la Repubblica Popolare Cinese è aumentato rispetto al settembre 2015 del 64% fino ad attestarsi a 35,5 tonnellate d'oro, +79% rispetto al mese di agosto e il quantitativo mensile più alto da gennaio. Un aumento, quello direttamente verso la Cina, che ha compensato in qualche modo i flussi in calo fatti registrare dalla Svizzera verso la piazza di Hong Kong, scesi addirittura dell'81% nell'anno e del 52%è mese su mese, fino ad appena a 11,5 tonnellate metriche.

Le esportazioni verso l'India hanno visto un recupero fino a 27,6 tonnellate, in crescita del 20% su base annua e del 26% su base mensile (il miglior dato da gennaio). Altre 3 tonnellate di metallo prezioso, dalla Svizzera, hanno invece preso la via di Singapore e 5,8 quella degli USA.

Per la prima volta da marzo, infine, nel mese di settembre le esportazioni combinate dalla Svizzera verso India, Hong Kong, Cina e Singapore (77,8 tonnellate di metallo prezioso) hanno superato i flussi verso Regno Unito e Stati Uniti (58 tonnellate) dando ulteriore credito agli analisti che sostengono, da tempo, un progressivo e sistematico spostamento del metallo prezioso dall'Occidente verso lo scacchiere geopolitico ed economico-finanziario orientale.

Per saperne di più, a questo indirizzo l'articolo pubblicato da 'S&P Global - Platts'.

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