Come riporta l’agenzia Reuters, i prezzi dell’oro sono saliti venerdì ai livelli più alti da quasi due mesi, dopo che gli attacchi militari israeliani contro l’Iran hanno spinto gli investitori verso asset considerati sicuri.
L’oro è salito dell’1,2% a 3.423,30 dollari l’oncia, dopo aver toccato in precedenza il livello più alto dal 22 aprile. Finora, il metallo prezioso ha guadagnato oltre il 3,4% questa settimana.
Le tensioni geopolitiche sono aumentate sensibilmente dopo l’attacco di Israele contro alcuni siti nucleari iraniani. L’operazione militare si inserisce in un contesto già fragile, segnato dal crescente stallo nei negoziati tra Stati Uniti e Iran su un nuovo accordo sul nucleare. Il fallimento delle trattative diplomatiche ha alimentato le preoccupazioni internazionali, contribuendo a un’escalation che rischia di destabilizzare ulteriormente l’intera regione mediorientale.

«Quest’ultima impennata delle ostilità in Medioriente ha momentaneamente spostato l’attenzione dalle negoziazioni commerciali, con gli investitori orientati verso asset rifugio», ha affermato Tim Waterer, analista della piattaforma finanziaria Kcm Trade.
Israele ha dichiarato lo stato di emergenza, in previsione di attacchi missilistici e con droni da parte di Teheran. Un funzionario statunitense, sotto anonimato, ha riferito che l’esercito statunitense si sta preparando a vari scenari nella regione, inclusa l’eventuale evacuazione di civili americani.
«L’oro ha superato la resistenza intorno ai 3.400 dollari in seguito alla notizia degli attacchi aerei, e ulteriori rialzi sono possibili se l’escalation dovesse proseguire», ha aggiunto Waterer.
Gli esperti prevedono un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve di 55 punti base entro la fine dell’anno, a partire da settembre, anticipando di un mese le precedenti previsioni.
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