Non è raro che autorevoli testate economico-finanziarie prendano posizioni nette sui temi più diversi e non sempre in quell’ottica di equilibrio e correttezza dell’informazione che dovrebbe essere una parola d’ordine in ogni redazione.

“The Economist” vs Gold: un caso di disinformazione

Di recente è toccato al settimanale ''The Ecomomist'' che, il 2 maggio scorso, ha pubblicato un articolo privo di firma sia nell'edizione cartacea che in quella digitale (leggi qui) nel quale si sostiene che l'oro sia una 'barbara reliquia del passato' e che, come strumento d'investimento, sia ormai ''morto e sepolto''. Inoltre, la testata britannica afferma senza mezzi termini che il metallo prezioso sia quanto di meno etico esiste sul pianeta, a causa del fatto che viene estratto per gran parte in paesi poveri dove i lavoratori verrebbero sfruttati e non godrebbero di alcun diritto sindacale. Il tutto, senza contare i danni provocati dalle miniere all'ambiente naturale.

A quanto sostenuto nelle pagine ''dell'Economist'' si contrappone tuttavia una più lucida disamina di Mark O'Byrne pubblicata l'8 maggio nel portale 'GoldCore' (leggi qui) nella quale l'analista si sofferma sui principali limiti ed errori commessi dal settimanale londinese, definito 'squilibrato e fuorviante'. Innanzi tutto l'articolo ''dell'Economist'' è anonimo e, pur citando grandi economisti, ignora del tutto il loro parere, favorevole all'oro quale basilare elemento di diversificazione negli investimenti. Inoltre, mostrando totale ignoranza per quanto riguarda il millenario ruolo dell'oro come riserva di valore, pressochè in tutte le civiltà umane, O'Byrne fa notare come un articolo del genere potrebbe nascondere un tentativo, nemmeno troppo velato, di orientare i risparmiatori verso investimenti di altro tipo, non esclusi quelli in Bitcoin, la moneta virtuale che si sta diffondendo un pò in tutto il mondo.

Per quanto riguarda gli aspetti etici e l'impatto sull'ambiente, infine, si fa notare come è escluse le miniere clandestine è gli impianti ''ufficiali'' operino ormai, in tutto il mondo, rispettando sia le norme di sicurezza sul lavoro che quelle per minimizzare l'impatto sull'ambiente, cercando inoltre di promuovere sviluppo e garantire strutture sociali, scolastiche e sanitarie alle comunità con le quali vengono a contatto.

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