Come abbiamo avuto modo di scrivere già altre volte, l’Italia è uno dei paesi al mondo con il più alto quantitativo di riserve auree, preceduto solo dalla Federal Reserve (Stati Uniti), la Bundesbank tedesca e il Fondo Monetario Internazionale. Al di là del quantitativo complessivo, pari a 2.452 tonnellate metriche di metallo prezioso di cui 1.100 conservate nei caveau di Bankitalia, tuttavia, molti non sanno che l’istituto di Via Nazionale ha reso pubblico da tempo, a questo indirizzo, un ampio rapporto (leggi qui il testo completo) che permette a tutti i cittadini di conoscere i dettagli relativi alle riserve d’oro nazionali italiane. Eccone alcuni estratti.

Tutto quello che avreste voluto sapere sulle riserve di Bankitalia

''Le riserve auree hanno la funzione di rafforzare la fiducia nella stabilità del sistema finanziario italiano e della moneta unica. Questa funzione diviene più importante quando le condizioni geopolitiche o la congiuntura economica internazionale possono generare rischi aggiuntivi per i mercati finanziari (ad esempio, crisi valutarie o finanziarie).

[...] Le riserve auree sono parte integrante delle riserve valutarie ufficiali del Paese e rappresentano un presidio di sicurezza per lo svolgimento delle funzioni pubbliche attribuite alla Banca d'Italia. Tali riserve sono detenute dalla Banca d'Italia ai sensi del Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea e dello Statuto del Sistema europeo delle banche centrali e della BCE, che includono la detenzione e la gestione delle riserve valutarie ufficiali tra i compiti fondamentali svolti dall'Eurosistema''.

L'oro non è soggetto al rischio di solvibilità in quanto non è 'emesso' da alcuna autorità (ad esempio, governo o banca centrale). Inoltre, l'oro presenta una serie di caratteristiche che lo contraddistinguono da gran parte dei metalli presenti in natura. Allo stato puro è quasi del tutto incorruttibile, non arrugginisce e non si ossida, è facilmente trasportabile e conservabile ed è agevolmente lavorabile grazie alla sua elevata duttilità. Queste peculiari caratteristiche, sommate alla scarsità in natura, hanno reso storicamente l'oro uno strumento efficace per misurare il valore dei beni e come mezzo di pagamento.

[...] Il quantitativo d'oro di proprietà dell'Istituto è frutto di una serie di eventi avvenuti negli oltre 120 anni di storia della Banca. Nel 1893, la fusione dei tre istituti di emissione (la Banca Nazionale del Regno d'Italia, è la Banca Nazionale Toscana, la Banca Toscana di Credito) diede vita alla Banca d'Italia con una propria dotazione aurea iniziale. La riserva aurea aumentò negli anni fino all'avvio della seconda guerra mondiale, per poi raggiungere il suo minimo alla fine del conflitto, anche a seguito dell'asportazione di una parte di esso ad opera delle truppe di occupazione. Nel dopoguerra, l'Italia divenne un paese esportatore e per tale motivo benefici di cospicui afflussi di valuta estera, soprattutto in dollari, che vennero utilizzati anche per convertirli in oro. Un caso di utilizzo dell'oro è avvenuto nel 1976 quando fu dato a garanzia di un prestito ricevuto dalla Bundesbank. Alla fine degli anni '90, a seguito dell'acquisto dell'oro residuo di disponibilità dell'Ufficio Italiano Cambi e al conferimento di una parte delle riserve alla Banca centrale europea in occasione dell'avvio dell'Unione economica e monetaria, la riserva aurea si attestò alle attuali 2.452 tonnellate.

L'oro dell'Istituto è custodito prevalentemente nei caveau della Banca d'Italia e in parte presso alcune Banche Centrali. Tale scelta deriva, oltre che da ragioni storiche, legate ai luoghi in cui l'oro fu acquistato, anche da una strategia di diversificazione finalizzata alla minimizzazione dei rischi e dei costi. Infatti, un quantitativo delle riserve viene custodito in prossimità delle principali piazze dove viene negoziato l'oro al fine di avere la possibilità, in caso di necessità, di poter vendere rapidamente e di minimizzare i costi legati al trasporto del metallo. Al momento, l'attuale allocazione geografica delle riserve risulta adeguata e, pertanto, non sono previste ricollocazioni di oro.

[...] Annualmente la Società di revisione, che certifica il bilancio della Banca, effettua una verifica su tutto l'oro detenuto a riserva nei locali di sicurezza di Via Nazionale, in collaborazione con il Servizio Revisione interna della Banca d'Italia. Le verifiche sull'oro detenuto all'estero sono effettuate sulla base delle attestazioni rilasciate annualmente dalle banche centrali depositarie. Qualora il nostro Istituto decidesse di sottoporre a verifica diretta l'oro detenuto presso le altre banche centrali, peraltro giè dichiaratesi disponibili in tal senso, si dovrebbe agire sulla base di procedure concordate con le medesime, tendenti ad assicurare la massima riservatezza e sicurezza dell'ispezione.

Il rapporto prosegue con una serie di sezioni di approfondimento che permettono di sapere molto, se non tutto, sulle riserve auree italiane e, più in generale, su aspetti fondamentali della loro gestione, dalle regole contabili ai riferimenti normativi, fino alle ispezioni e all'evoluzione storica degli stock di metallo prezioso detenuti dalla Banca d'Italia.

Alberto Angela, nel suo programma TV èUlisse. Il piacere della scopertaè ci guida infine in una interessante visita alle riserve auree di Bankitalia custodite nelle 'sacrestie' di Palazzo Koch (clicca qui per il video).

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