L’oro di Hitler, dei suoi gerarchi e del regime nazista è da sempre al centro di appassionanti indagini storiche che, in più di un caso, hanno condotto a risultati imprevisti e stupefacenti. E l’ennesimo capitolo è stato riscoperto di recente da Mark O’Byrne il quale, prendendo a prestito le ricerche condotte da Peter Heintjie su documenti storici conservati a Washington, ci racconta come negli ultimi giorni della Seconda Guerra Mondiale, nella cittadina di Plauen (nella parte orientale della Germania), gli alleati abbiano rinvenuto, nella cassaforte di un ufficio postale di periferia, la bellezza di circa 900 chilogrammi d’oro (soprattutto sotto forma di monete), altri 70 chili d’argento ed un cospicuo ammontare di denaro contante in valute pregiate.

Un nuovo capitolo nella storia del “nazi gold”

Ad oggi si stima che il tesoro, probabilmente fatto depositare da Heinrich Himmler in vista di una sua fuga dopo la caduta di Berlino, avrebbe un valore di circa 32 milioni di euro. Non si sa con certezza, tuttavia, che fine abbia fatto questa parte del 'nazi gold': infatti, pochi giorni dopo la scoperta è avvenuta nell'aprile del 1945 è il tutto fu impacchettato e spedito a Francoforte, che rimane l'ultima tappa certa dell'oro e del resto dei valori, comprendenti fra l'altro anche un milione di franchi svizzeri.

L'autore dell'articolo (leggi qui il testo completo) ritiene che, con ogni probabilità, il tesoro di Plauen venne conteggiato tra le somme incamerate dagli Stati Uniti in conto danni di guerra, e oggi potrebbe trovarsi a Fort Knox o presso la sede newyorkese della Federal Reserve. Sta di fatto che i soldati americani si affrettarono a 'mettere a sicuro' tutto ciò che trovarono nella cassaforte dell'ufficio postale e lo fecero nel minor tempo possibile, anche perchè Plauen ed il suo territorio è secondo gli accordi stipulati tra gli alleati a Yalta è sarebbero stati ricompresi, di lì a poco, nell'area di controllo militare e amministrativo dell'Unione Sovietica.

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