La Banca centrale russa ha accelerato fortemente, nel mese di ottobre, la propria attività di acquisto di metallo prezioso sui mercati internazionali incamerando ben 1,3 milioni di once d’oro, pari a 48 tonnellate metriche, sotto forma di lingotti.

Si tratta dell’acquisizione mensile più consistente che la Russia ha effettuato addirittura dal 1998 ed alcuni analisti nel settore della geopolitica hanno visto nella decisione di Mosca addirittura un segnale di forza lanciato da Vladimir Putin all’ormai ex presidente USA Barack Obama, col quale i rapporti non sono mai stati idilliaci.

Un ottobre tutto d'oro per le riserve di Mosca

''Le preoccupazioni per un rischio sistemico di possibili guerre valutarie e la svalutazione del dollaro, dell'euro e delle altre principali valute hanno portato - scrive Mark O'Byrne su 'GoldCore' - ad una diversificazione delle linee di riserva con acquisti di lingotti d'oro da parte delle banche centrali di grandi nazioni creditrici verso gli Stati Uniti come la Russia e la Cina''.

Nel 2015, la Russia ha aggiunto un quantitativo record di 208 tonnellate d'oro alla proprie riserve, rispetto al già cospicuo incremento di 172 tonnellate metriche fatto registrare nel 2014. La Banca centrale della Russia - secondo i dati ufficili del World Gold Council - ha superato People's Bank of China (PBOC) di quasi 150 tonnellate negli ultimi sette anni, ed è stato il più grande acquirente al mondo di riserve d'oro per molto tempo.èQuesta tendenza, secondo gli analisti, dovrebbe proseguire.

Considerando che la produzione di oro minerario totale è globalmente stimata in circa 3.200 tonnellate metriche all'anno, l'acquisto della Russia - di ulteriori 48 tonnellate solo in ottobre - ha assorbito da solo, all'incirca, l'1,5% della produzione globale di oro prevista per il 2016.

Parte del metallo prezioso incamerato da Mosca, è bene sottolinearlo, proviene direttamente dal sottosuolo russo che fornisce, al momento attuale, circa 26 tonnellate d'oro fino al mese le quali rimangono tutte entro i confini nazionali e vanno ad incrementare le riserve strategiche. Nel 2014, la Russia è stato il terzo più grande cercatore d'oro del mondo con 266,2 tonnellate estratte, indietro di appena 6 tonnellate rispetto all'Australia (al secondo posto) e alla Cina (al primo posto).

L'articolo di Mark O'Byrne sottolinea inoltre come un quantitativo non meglio definibile della richiesta d'oro russa provenga, sempre a scopi di diversificazione degli investimenti, da quelle migliaia di milionari e miliardari che formano la nuova oligarchia economico-politica del paese e si aggiungono alla domanda istituzionale supportata e propagandata sia da Putin che da Medvedev.

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