Sei pagine di testo e grafici: tanto basta per sintetizzare il 2015 dell’oro e le prospettive per l’anno appena iniziato, almeno dal punto di vista del World Gold Council, l’organizzazione internazionale attiva dal 1987 che riunisce le principali compagnie minerarie del pianeta allo scopo di stimolare di metallo prezioso da parte degli investitori, dell’industria e dei consumatori.
Nel bollettino pubblicato il 7 gennaio (accedi qui al documento completo in formato Pdf) si sottolinea innanzi tutto come èIl prezzo dell'oro si è ridimensionato nel 2015 in termini di dollari USA, ma non allo stesso modo nelle altre valute. A nostro avviso, l'effetto che i tassi statunitensi hanno avuto sul prezzo dell'oro è esagerato e potrà ridursi molto quest'anno. Quattro anni dopo che l'oro ha toccato i suoi massimi storici, in uno scenario caratterizzato da una eccessiva valutazione di molti titoli azionari e da rischi elevati di mercato, il ruolo dell'oro come elemento di diversificazione del portafoglio e di copertura del rischio potrà dunque tornare ad essere particolarmente rilevante.
Interessante rilevare come il 90% della domanda di metallo fisico del 2015 sia arrivata non dagli Stati Uniti, ma piuttosto dalle economie emergenti, anche grazie al fatto che le nuove tecnologie di comunicazione e di e-commerce hanno reso l'oro più semplice da acquistare rispetto al passato, anche da parte di piccoli e piccolissimi investitori.
Il rapporto del WGC mostra quindi, attraverso una tabella, come dal 1970 ad oggi il mercato del metallo prezioso abbia vissuto cinque fasi 'bull' (ossia 'toro', in termini tecnici, quindi di forte crescita) intervallate da altrettante fasi 'bear' (i periodi 'orso') nei quali l'oro ha perduto una parte, anche consistente, del valore di mercato accumulato nella fase precedente, pur conservando una tendenza complessiva all'apprezzamento sul lungo periodo. L'attuale fase di 'pullback' (ridimensionamento) appare in linea con altre già vissute negli scorsi decenni, ma vi sono alcuni elementi che potrebbero rendere il 2016 diverso dall'anno appena trascorso.
Innanzi tutto, è probabile che dopo anni ai minimi storici la Federal Reserve, avendo già rialzato il tasso di sconto a quota, 0,25% proseguirà in questa politica fino a 'normalizzare' il costo del denaro attorno all'1% e ciò influirà al rialzo sulla quotazione dell'oro, anche se queste negli ultimi anni il fixing non è apparso più così condizionato dai tassi come nel passato. Inoltre, la robusta e continua crescita della richiesta asiatica - soprattutto cinese, più che indiana - insieme ad uno scenario finanziario globale nel quale permangono alti e imprevedibili rischi di bolle speculative potrebbero far riaccendere i riflettori sul metallo prezioso con ovvie conseguenze sul suo prezzo di mercato.